Cos’è la ritenzione urinaria?
La ritenzione urinaria è una condizione in cui la vescica non si svuota, o non si svuota totalmente, quando si urina.
La vescica si costituisce come una sorta di serbatoio per i prodotti di scarto. L’urina infatti è costituita dai rifiuti del sangue che vengono filtrati dai reni. Filtrata, l’urina si sposta nella vescica, in attesa di fuoriuscire tramite l’uretra.
La ritenzione urinaria è una problematica che può colpire uomini e donne, nonostante sia più comune negli uomini, in particolare anziani dopo gli ottant’anni, perché l’ingrossamento della prostata può causare un restringimento dell’uretra e provocare questo tipo di disagio.
L’incapacità di svuotare la vescica può essere data da diversi fattori. Solitamente è causata da alterazioni di sfintere uretrale, dal muscolo detrusore, della sua capacità di contrazione. Ma le problematiche alla base possono essere molteplici, più o meno gravi e, di conseguenza, più o meno facilmente trattabili. Si parla di ritenzione urinaria quando il volume di urina nella vescica supera i 400ml.
A prescindere dalle cause specifiche, la conseguenza della ritenzione urinaria è il cosiddetto globo vescicale. In questa condizione, infatti, la vescica è costretta a dover trattenere quantità anche molto elevate di urina, che possono superare addirittura i due litri. Quando ciò succede, la vescica si rilassa, aumentando le sue dimensioni e rendendosi visibile a livello del pube, in forma di tumefazione tondeggiante. Il globo vescicale, appunto.
Esistono due diverse forme di ritenzione urinaria. Si distingue tra ritenzione:
- Acuta. Si tratta di una forma improvvisa, molto dolorosa che implica incapacità di svuotare la vescica nonostante sia piena. Si presenta spesso negli uomini anziani, ma può colpire anche le donne e si configura come una situazione di emergenza, per cui è necessario chiedere subito l’intervento di un medico esperto.
- Cronica. È la forma graduale e a lungo termine. Solitamente indolore e presenta ristagno vescicale.
Un’altra distinzione, che si basa sulla precedente, può essere formulata tra ritenzione urinaria:
- Completa. È brusca e avviene in maniera improvvisa, e corrisponde alla ritenzione urinaria acuta.
- Incompleta. Nella vescica rimangono residui di urina, come nel caso della ritenzione urinaria cronica.
Cause ritenzione urinaria
Come anticipato, le cause alla base della ritenzione urinaria sono molteplici. In generale possiamo distinguere tra cause di origine:
- Ostruttiva
- Infettiva e infiammatoria
- Farmacologica
- Neurologica
- Post-chirurgiche
- Altre cause, tra cui vari traumi, fecalomi rettali, gravidanze, complicanze post-operatorie
Approfondiamo insieme le principali.
Ostruttiva
Si parla di causa ostruttiva quando c’è un impedimento, un blocco, al normale flusso urinario che passa dalla vescica all’uretra, per poi fuoriuscire dal corpo. Si tratta quindi di un vero e proprio ostacolo, che quando si forma improvvisamente è alla base di ritenzione urinaria acuta. Quando l’ostruzione si verifica nel tempo, lasciando ancora fuoriuscire piccole quantità di urina, di parla di ritenzione cronica.
Le principali cause ostruttive, che riguardano entrambi i sessi, sono date da:
- Gonfiore dell’uretra
- Costrizione dell’uretra, ad esempio da parte di altri organi
- Oggetto fisico che blocca l’uretra
- Stitichezza
- Calcoli, renali o vescicali
- Tumori nella zona che restringono il tratto urinario (gastrointestinali o retro peritoneali)
- Coaguli di sangue nell’uretra
- Neoplasie della vescica
- Stenosi uretrali di varia natura
- Restringimento della vescica a causa di tessuto cicatriziale
Una differenza importante in letteratura, è quella tra le cause ostruttive che possono verificarsi negli uomini e nelle donne. Vediamole quindi insieme nello specifico.
Uomini: ritenzione per causa ostruttiva
La ritenzione urinaria si verifica in entrambi i sessi ma, come già specificato, risulta più frequente negli uomini. Ciò è dato dalla presenza della prostata.
Quando la ghiandola prostatica si ingrossa può premere sull’uretra, causando appunto ritenzione urinaria. Questa è sicuramente la causa più comune, che riguarda il 50% dei casi negli uomini. La ritenzione può essere causata da masse benigne o cancerose, ad esempio cancro alla prostata o condizioni come l’iperplasia prostatica benigna. L’ingrossamento della prostata avviene, dagli ottant’anni in poi, nel 90% delle persone di sesso maschile.
Ci sono però altre cause ostruttive specifiche per gli uomini, che possono essere:
- Stenosi. Può verificarsi ad esempio nei bambini, quando c’è un rigonfiamento dell’apertura dell’uretra.
- Fimosi. Quando c’è impossibilità a tirare indietro il prepuzio.
- Parafimosi. Condizione da risolvere con urgenza, che si verifica quando il prepuzio rimane bloccato, sotto la testa del pene.
Donne: ritenzione per causa ostruttiva
La prima causa di ritenzione urinaria per causa ostruttiva nelle donne è il cistocele, causato da un’incurvatura della vescica o il rettocele, incurvatura del retto, nella parte posteriore della vagina. Anche masse tumorali, benigne o cancerose, dell’utero possono restringere vescica e uretra, provocando ritenzione.
Altre cause ostruttive sono il prolasso uterino, quando l’utero si rilassa e, abbassandosi, spinge contro la vescica, o l’utero retroverso.
Infettiva
Infezioni o infiammazioni che colpiscono il tratto urinario possono essere causa di ritenzione urinaria. Un’infezione del tratto urinario causa infatti gonfiore e debolezza dell’uretra o della vescica, così come processi infiammatori che coinvolgono l’apparato urogenitale, come la cistite (infiammazione della vescica) o l’uretrite (infiammazione dell’uretra). Anche le malattie sessualmente trasmissibili o gli herpes sono causa di ritenzione urinaria di origine infettiva.
Per quanto riguarda gli uomini, la causa infettive più frequenti sono:
- Infezione della prostata
- Prostatite. Infiammazione della prostata spesso batterica.
- Balanite. Infiammazione del prepuzio.
Nelle donne, invece, la causa infettiva più comune è la vulvovaginite, che riguarda la parte esterna della vagina.
Farmacologica
Sono stati identificati alcuni farmaci, di diverse tipologie, che possono portare a ritenzione urinaria, in quanto causano debolezza dei muscoli dedicati o dello sfintere. Vediamo insieme alcuni di questi farmaci:
- Antistaminici o antispasmodici
- Oppiacei o oppioidi come la morfina
- Antidepressivi triciclici
- Anticolinergici
- Antipsicotici o miorilassanti
- Ormonali
- Anfetamine
- Per l’incontinenza urinaria
- Antidolorifici FANS
- Contro i sintomi del morbo di Parkinson
- Simpatico-mimetici
Neurologica
La fuoriuscita dell’urina dipende dall’impulso del cervello, che “comunica” al muscolo della vescica di effettuare la contrazione e successivamente ai muscoli dello sfintere, intorno all’uretra, di rilassarsi. Ciò permette la fuoriuscita, appunto. Se ci sono intoppi nei nervi (in particolare quelli in prossimità del tratto urinario) che consentono questo “passaggio di consegna” dal cervello all’apparato urinario, può sorgere questa ritenzione urinaria.
Tra le varie problematiche che possono colpire i nervi e causare questo disturbo abbiamo, ad esempio:
- Ictus
- Diabete e complicazioni legate
- Sclerosi multipla
- Ernie del disco o tumori a livello spinale
- Traumi alla colonna vertebrale o al bacino
- Morbo di Parkinson
- Parto vaginale nelle donne
Chirurgica
Alcuni medicinali che possono essere somministrati prima o dopo l’intervento chirurgico, come l’anestesia possono causare, nel breve periodo successivo, ritenzione urinaria. Anche alcuni interventi specifici possono causare questo problema, ad esempio:
- Sostituzione dell’anca
- Interventi alla colonna vertebrale, sostituzione spinale o articolare
- Chirurgia del retto e per problemi pelvici
- Rimozione delle emorroidi
Ritenzione urinaria sintomi
Sintomi generali che possono verificarsi in caso di ritenzione urinaria sono:
- Dolore al basso ventre, specialmente nel caso di ritenzione acuta
- Tumefazione e gonfiore sul pube, il cosiddetto globo vescicale
- Difficoltà o dolore durante la minzione
- Perdite di urina
Le manifestazioni della ritenzione urinaria possono essere comunque diverse, in particolare, la sintomatologia è differente tra ritenzione urinaria cronica e acuta. Ma anche all’interno delle due tipologie, i segni e i sintomi della ritenzione urinaria possono variare.
Nel caso di ritenzione cronica, ad esempio, alcuni hanno difficoltà ad iniziare ad urinare, altri invece presentano un flusso debole. Altri ancora percepiscono lo stimolo ma non riescono nell’atto pratico. Alcune manifestazioni di ritenzione cronica possono essere:
- Sensazione di dover urinare spesso e con urgenza, con svariati tentativi al giorno
- Difficoltà ad iniziare a urinare
- Flusso irregolare o debole dell’urina
- Frequenti pipì notturne
Se si parla di ritenzione urinaria acuta, invece, la manifestazione è appunto improvvisa: non si riesce più ad urinare tutto d’un tratto. Questa incapacità può essere totale o può permettere la fuoriuscita di piccolissime quantità di urina. Questa tipologia, come anticipato, può essere pericolosa. Quindi è importante ribadire che l’azione migliore è quella di rivolgersi immediatamente ad un medico. La sintomatologia può includere anche dolore, ad esempio nel basso ventre, a casa delle quantità di urina elevate presenti nella vescica.
Diagnosi della ritenzione urinaria
La diagnosi della ritenzione urinaria è alquanto facile, ma soprattutto deve avvenire in maniera precoce, in quanto le conseguenze della ritenzione urinaria possono essere anche molto gravi.
In quest’ottica, anche la prevenzione è importante. I soggetti a rischio, dovrebbero essere precocemente individuati, con lo scopo di prevenire tali conseguenze.
Questi soggetti a rischio possono essere:
- Anziani
- Coloro che presentano patologie a livello della prostata
- Precedenti alterazioni nella minzione
- Pregressi di infezioni urinarie
- Pazienti con patologie neurologiche
Nella pratica, la diagnosi consiste nella valutazione della capacità urinaria del soggetto, nell’arco di ventiquattro ore. Ma è molto importante identificare anche la condizione alla base. Se si sospetta una causa infettiva, ad esempio, può essere esaminato un campione d’urina e selezionata poi la cura migliore.
Si hanno a disposizione esami:
- Obiettivi, che osservano i sintomi i e i segni clinici fisici, come i globi vescicali. Potrebbero esserti richieste informazioni sulla tua storia medica o l’uso di droghe.
- Strumentali, che valutano in maniera scrupolosa la funzionalità vescicale.
Tra gli esami strumentali abbiamo:
- Ecografia della vescica. Punta ad osservare il cosiddetto residuo post-minzionale, ovvero la quantità di urina presente nella vescica dopo aver urinato.
- Cistoscopia. Viene inserito nell’uretra un tubo sottile con una telecamera all’estremità, che consente di osservare dall’interno vescica e rivestimento dell’uretra. Permettendo la visione di eventuali stenosi, blocchi, tumori o ingrossamenti.
- Test urodinamici. Tramite catetere, viene registrata la pressione vescicale e la velocità di scorrimento dell’urina.
- EMG. Può essere scelto se il sospetto è che la ritenzione urinaria sia causata da una problematica del sistema nervoso. Tale test misura l’attività elettrica di muscoli e nervi vescicali e uretrali.
- PSA. Può dare risposte in merito al cancro alla prostata. Se i livelli sono elevati può essere segno di cancro alla prostata, condizione che deve essere approfondita con ulteriori esami.
Per gli uomini, si effettua spesso anche l’esplorazione digito-rettale, che evidenzia fecalomi o problemi a livello prostatico.
Conseguenze della ritenzione urinaria
Chi soffre di ritenzione urinaria, a causa del ristagno, corre il rischio di sviluppo di infezione delle vie urinarie. Oltre che di Idronefrosi. Col tempo, infatti, il ristagno dilata le strutture dell’apparato urinario come ureteri, reni e bacinetto renale. Il rischio è di sviluppare danni permanenti a livello renale. Anche nel caso di ritenzione urinaria acuta, l’espansione della vescica provoca una pressione anormale su nervi e tessuti.
In particolare, la ritenzione cronica può portare a complicanze come:
- Innalzamento della pressione sanguigna
- Edemi
- Insufficienza renale
Trattamenti
Anche il trattamento della ritenzione urinaria varia rispetto ad alcuni fattori:
- Forma acuta o cronica
- Causa della condizione
- Sintomi da trattare
In generale, la risoluzione del problema può includere l’utilizzo di farmaci, drenaggi, procedure mediche, interventi chirurgici o auto-cura.
Drenaggi
In particolare possiamo dire che, nel caso della forma acuta, il trattamento urgente è di inserimento di un catetere uretrale, in grado di drenare la vescica. La procedura avviene solitamente in anestesia locale, perché l’inserimento del catetere causa dolore o fastidio. Nel caso di impossibilità di utilizzo di catetere, può essere usato un catetere sovrapubico, che si inserisce nella pelle sopra la vescica.
L’utilizzo prolungato del catetere non è consigliato, a causa delle infezioni batteriche che può causare. Nel caso della ritenzione cronica, quindi, il catetere deve essere cambiato quotidianamente.
Altre soluzioni possono essere:
- Dilatazione uretrale. Tramite piccoli tubi inseriti nell’uretra, viene aperta una stenosi uretrale. Aumentando le dimensioni dei tubi, l’uretra si allarga abbastanza da rilasciare l’urina.
- Cistoscopio. Oltre ad un metodo diagnostico, costituisce anche un modo per eliminare le ostruzioni fisiche all’interno della vescica e facilitare la minzione.
Farmaci
Il trattamento della ritenzione cronica è prettamente legato alla causa. In questo caso può subentrare il trattamento farmacologico. Tra i farmaci prescrivibili in caso di ritenzione urinaria cronica abbiamo:
- Antibiotici. Per le infezioni del tratto urinario
- Per rilassare prostata o sfinteri
- Che riducono le dimensioni della prostata, se ingrossata
Sono da considerare poi tutti quei trattamenti o quelle procedure utili per risolvere i problemi che sono la causa della ritenzione urinaria.
Stile di vita
L’auto-cura per la ritenzione urinaria cronica consiste nel cambiamento dello stile di vita. Delle azioni che puoi mettere in atto in questo senso sono:
- Esercizi di fisioterapia per il pavimento pelvico
- Controllare strategicamente l’assunzione di liquidi
- Attività fisica per rafforzare i muscoli vescicali
Chirurgia
Se i trattamenti precedenti e i cambiamenti nello stile di vita non funzionano, si può ricorrere alla chirurgia. Per gli uomini, ad esempio, un intervento consiste nell’inserimento di uno strumento nell’uretra, che elimina le ostruzioni. Non si tratta di un intervento invasivo e ha tempi di recupero brevissimi.
Altre opzioni chirurgiche sono:
- L’utilizzo di aghi o calore erogato tramite l’uretra
- Uretrotomia
- Rimozione del tessuto prostatico o dell’intera prostata, se la causa è un ingrossamento della prostata
- Interventi in laparoscopia per operazioni più complesse come nel caso di rimozione di utero, tumori vescicali, della prostata o dell’uretra
Questo era l’approfondimento sulla ritenzione urinaria. Per prenotare una visita con il Dott. Altieri potete utilizzare la sezione contatti del sito. Il Dottore visita in Lombardia, in particolare Bergamo e in Molise nella città di Termoli.